Tatuaggi Giapponesi: una tradizione millenaria

7 Aprile 2021Category : News

Tatuaggi Giapponesi: una tradizione millenaria

Sicuramente tra le moltitudini di tradizioni che potremmo descrivere in questo nostro spazio di condivisione di idee per guidarvi nella migliore tra le scelte del vostro nuovo tattoo, abbiamo deciso di dedicare un articolo anche alla millenaria, mistica, affascinante e profonda tradizione dei tatuaggi giapponesi.

Diego Censori classe 1986 è considerato uno dei migliori e più promettenti artisti nel panorama del tatuaggio realistico e figurativo a Roma nord, tanto da essersi guadagnato una cattedra da  docente di pratica del tatuaggio in questi stili nella prima scuola di formazione in Italia, Ars tattoo di Ars estetica.

 

TATUAGGIO GIAPPONESE DI DIEGO CENSORI

La storia di questa forma d’arte così esotica e allo stesso tempo estremamente moderna affonda le proprie radici nell’universo della guerra. In antichità infatti, la cultura giapponese riteneva che i tatuaggi non fossero soltanto ornamentali. I cosiddetti Irezumi erano solitamente utilizzati a scopo punitivo nei confronti di coloro che si erano macchiati di crimini molto gravi e spesso venivano utilizzati come elemento di condanna anche per schiavi e prigionieri di guerra. Per discostarsi da questa pratica brutale i tatuatori iniziarono a chiamarsi Horishi, dal verbo Horu che significa “intagliare il legno” (proveniente dalle famose xilografie). Questi tatuaggi venivano realizzati  a scopo decorativo prendendo il nome di Horimono, letteralmente traducibili nella frase “oggetti intagliati”.

Tattoo Giapponesi: significati e credenze

 

Moltissime sono le credenze popolari associate ad un determinato tipo di simbolismo che viene riproposto nell’immaginario collettivo dell’arte del tatuaggio giapponese. Gli elementi simbolici che vediamo ricorrere in questa tradizione sono spesso associati a tratti caratteriali, aspirazioni personali e culti specifici. L’iconografia di tali opere è talmente celebre da avere il potere immediato di essere riconosciuta da chiunque la veda e fonda le sue origini nei tatuaggi degli eroi del romanzo Suikoden del 1757 .

Tatuaggi giapponesi: il dragone 

 

Innanzitutto a differenza delle credenze popolari , il simbolo del drago non viene associato né al potere né alla forza aggressiva per l’Oriente. Anzi. In Giappone infatti questo simbolo così poetico e sinuoso rappresenta una sorta di forza del Bene Universale volta a diffondere positività e valore al mondo circostante. Simbolo di acqua e vento protegge gli uomini dal fuoco. Inoltre spesso viene attribuito anche il valore della saggezza a questo simbolo così maestoso essendo una delle otto divinità che proteggono il Buddha in terra.
In altre culture viene associato anche alla protezione dei tesori e quindi dei beni materiali.

Tatuaggi giapponesi: la carpa Koi

Moltissime le persone che scelgono questo tipo di ornamento sul braccio e sull’avambraccio, infatti la carpa Koi nella tradizione orientale simboleggia la forza, il coraggio e la perseveranza. Le carpe Koi in Oriente erano infatti note per il loro potere e la loro caparbietà nel risalire la corrente per arrivare alla porta del Drago e trasformarsi in esso, cosa che altri pesci non erano in grado di fare. Determinazione, desiderio e successo. Questo il significato di uno splendido spaccato del mondo orientale.
In aggiunta a ciò, simboleggia anche la saggezza poichè solo un uomo saggio e paziente può riuscire ad allevare una carpa.

Tatuaggi giapponesi: demone Oni 

Il cosiddetto Tattoo Oni Mask è uno dei tatuaggi giapponesi maggiormente diffusi a livello mondiale, quasi ai livelli della Santa Muerte Mexicana. Infatti il potere simbolico rappresentato dalla raffigurazione del demone è un aspetto che accomuna moltissime culture. Il demone esercita un ruolo punitivo e allo stesso tempo protettivo. In italiano la parola Oni viene tradotta come “orco”, il che fa pensare immediatamente all’universo fiabesco, molto presente nella religione orientale dovendo fare un parallelismo tra le nostre leggende e le loro.

Torneremo sull’argomento per approfondirlo ulteriormente in un prossimo articolo sul nostro blog.

 

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